Perotto e il suo gruppo

P101-team

Al fianco di Perotto, De Sandre e Garziera, Toppi e Gaiti.

Pier Giorgio Perotto

Nato a Torino nel 1930 e laureatosi al Politecnico di Torino nel 1953, ha insegnato per molti anni nella stessa università piemontese ed è autore di numerosi libri e articoli di strategia, di organizzazione aziendale e di informatica.

Assunto alla Olivetti nel 1957 e assegnato al laboratorio di Barbaricina, dove si progetta l’ELEA 9003, si occupa sin da subito di una delle unità periferiche: il Convertitore Banda –Schede.

Nel 1964 progetta il primo calcolatore elettronico da tavolo programmabile e diviene famoso nel 1965, quando la Programma 101 è presentata a New York. E’ il primo archetipo di PC adatto alle esigenze di un’azienda e di un ufficio, commercializzato dalla Olivetti proprio dal 1965. È stato Presidente e Amministratore Delegato della Elea S.p.A. e, precedentemente, dal ’67 al ’78, Direttore Generale dei progetti e delle ricerche della Olivetti. In questo ruolo è protagonista della grande trasformazione della multinazionale di Ivrea da azienda meccanica in azienda elettronica e di sistemi.

Nel 1991 riceve il Premio Leonardo da Vinci per aver realizzato il primo Personal Computer del mondo. Tra le molte altre attività di Perotto vanno ricordate la presidenza di Finsa Consulting (Futuro Innovazione Strategie Aziendali) e la vicepresidenza di Sogea, scuola di organizzazione e gestione aziendale di Genova.

Muore a Genova nel 2002.


Il gruppo di progetto

Il gruppo di progetto della Programma 101, guidato da Pier Giorgio Perotto, è costituito da Giovanni De Sandre, un giovane ingegnere, e da Gastone Garziera, un altrettanto giovane perito industriale. Entrambi sono appassionati di elettronica e perfettamente consapevoli dell’importante impresa cui stanno partecipando.

A loro si aggiungono Giancarlo Toppi, sia pur per un limitato contributo progettuale, e Giuliano Gaiti, addetto alle delicate fasi di prototipazione e rifinitura del progetto.

Doveroso inoltre ricordare tutti coloro che hanno contribuito in varia misura alla realizzazione del sogno di Perotto: dai progettisti meccanici, guidati da Franco Bretti (per la stampante, il gruppo cartolina e la tastiera), a quelli che si sono occupati dell’alimentatore, dei circuiti stampati, della carrozzeria, dei collaudi, e delle lunghe prove di marginatura e di affidabilità.

“Tra la fine del ’62 e gli inizi del ’64 venne a prendere forma nella mia mente non tanto una soluzione, quanto un sogno; il sogno di una macchina […] che fosse in grado non solo di compiere calcoli complessi, quanto di gestire in modo automatico l’intero procedimento di elaborazione sotto il controllo diretto dell’uomo.”

“Sognavo una macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente, che consentisse di immagazzinare istruzioni e dati, ma nella quale le istruzioni fossero semplici e intuitive, il cui uso fosse alla portata di tutti e non solo di pochi specialisti. […] Doveva soprattutto costare poco e non essere di dimensioni diverse dagli altri prodotti per l’ufficio, ai quali la gente si era da tempo abituata.”

“Disgraziatamente una simile macchina non esisteva e le tecnologie non sembravano offrire soluzioni praticabili.”






L’idea di far lavorare le macchine per fare i calcoli non era certo un’idea nuova, ma Perotto riuscì a concretizzarla realizzando un calcolatore piccolo e facilmente programmabile.

Pascal (1623-1662) : “… far lavorare la macchina al posto dell’uomo e farle fare tutte le operazioni senza bisogno del ragionamento e perdita di tempo da parte dell’uomo …”

Leibniz (1646-1716): “E’ indegno degli uomini di ingegno perdere ore ad un lavoro da schiavi come il calcolo, che potrebbe essere fatto fare a chiunque con l’aiuto di una macchina.”

Perotto (1930-2002): “Ma la cosa più stressante non fu solo la natura routinaria del lavoro ma anche la perenne incertezza circa la correttezza o meno dei risultati”.



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